Per centinaia di migliaia di persone del Centro Italia, il 24 agosto del 2016 ore 3.36, rappresenta uno spartiacque che verrà ricordato per decenni, come la data che ha sconvolto la nostra quotidianità e la nostra vita, forse per sempre. Il Terremoto ci ha reso vulnerabili, più fragile, una difficoltà maggiore nel gestire la paura, vista anche il lungo periodo di attività dello sciame sismico, con più epicentri, montani centinaia di km, che ha coinvolto le popolazioni duramente colpite e sotto uno stress difficile da gestire. Gli effetti dell’abbandono in atto da diverso tempo nelle campagne e zone motane dei Monti Sibillini, unite alle abbondanti nevicate abbattutasi nelle zone montane e collinari delle Marche e Abruzzo tra gennaio e febbraio 2017, hanno fatto cadere, anche le ultime speranze. Gli esperti mettono anche in guardia dalle possibili ricadute psicologiche passato il momento di shock iniziale, che possono portare a depressione o attacchi di panico.
Insomma un trauma difficile da dimenticare, ma soprattutto in qualche modo da superare.
Gli eventi sismici del Centro Italia del 2016 e del 2017 hanno avuto inizio ad agosto con epicentri situati tra l’alta valle del Tronto, i Monti Sibillini e i Monti dell’Alto Aterno.
La prima forte scossa si è avuta il 24 agosto 2016 e ha avuto una magnitudo di 6,0, con epicentro situato lungo la Valle del Tronto, tra i comuni di Accumoli (RI) e Arquata del Tronto (AP). Due potenti repliche sono avvenute il 26 ottobre 2016 con epicentri al confine umbro-marchigiano, tra i comuni della Provincia di Macerata di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera. Il 30 ottobre 2016 è stata registrata la scossa più forte, di magnitudo momento 6,5 con epicentro tra i comuni di Norcia e Preci, in Provincia di Perugia. Il 18 gennaio 2017 è avvenuta una nuova sequenza di quattro forti scosse di magnitudo superiore a 5, con massima pari a 5,5, ed epicentri localizzati tra i comuni aquilani di Montereale e Capitignano.
E’ ora di dare voce e far vedere in che condizioni versa l’entroterra marchigiano, in particolare i paesi limitrofi rispetto all’epicentro del sisma, quelli a cui i media poche volte si sono interessati.