Oggi vi racconterò come è nato lo scatto che troverete nel calendario 2013 del n.59 di Meridiani Montagne.
Venerdi 10 ottobre 2012
Partiti di buon ora da Macerata, in compagnia di un mio amico Riccardo Tabocchini, che in questi anni mi ha dato sempre una mano seguendomi in lungo e in largo, ci siamo diretti verso l’Abruzzo.
Il mio obiettivo era realizzare una foto panoramica in verticale che ritraesse il Rifugio Vincenzo Sebastiani (2.271 mt) situato all’interno del Parco Regionale Sirente-Velino nel cuore dell’Abruzzo “la regione dei Parchi”.
Dopo 2,30 ore di viaggio in machina, arrivati a Campo Felice, siamo partiti a piedi con lo zaino per altre 3 ore di camminata, prima di giungere al rifugio. Il tempo era parzialmente nuvoloso con una temperatura di 10°gradi, ideale per portare a casa un buono scatto, ma il tempo in montagna si sa può variare da un momento ad un’altro nell’arco di pochi minuti, quindi senza perdere tempo ci incamminammo lungo il sentiero, con un dislivello di 600mt.
Superato inizialmente un bosco ci ritrovammo poi tra le Piane di Pizza, con il sole di mezzogiorno, lasciandoci dietro dei cavalli che pascolavano indisturbati nel loro territorio. Salendo notammo come l’aria diventava sempre più rarefatta ed estremamente pulita. Alzando lo sguardo al cielo vedemmo la sagoma di un Nibbio Reale volare in alta quota. Dopo diverse soste dovute alla pendenza, il tempo repentinamente stava peggiorando, siamo stati costretti ad aumentare l’andatura nell’ultimo tratto, quello che si rilevò il più faticoso.
Ad accoglierci al rifugio, tra la nebbia che intanto si era alzata coprendoci la visuale, c’era la signora Eleonora Saggiorno, la quale l’avevo avvertita in anticipo via telefono del nostro arrivo e che gentilmente ci ha ospitato per la notte e la colazione del giorno dopo. Come ha vuto modo di spiegarmi mentre facevamo conoscenza, il Rifugio è gestito da lei e altri soci che fanno parte della Coperativa Equo Rifugio nata nel 2001. Nel raccontarmi la storia di quel posto al di fuori da ogni schema nostro logico, legati da sempre alla rigidità della città, si capiva l’amore, la passione e il legame profondo verso questo luogo e l’ambiente circostante. La storia completa del Vincenzo Sebastiani la potete trovare nel sito, anche se Eleonora mia accennava mentre parlavamo, che la struttura avrebbe bisogno di una ulteriore ristrutturazione per via del clima inospitale e della neve che qui scende copiosamente ad ogni inverno.
Nel rifugio si trova una sala ristoro con circa 22 posti a tavola; è possibile pranzare, cenare, fare colazione e merenda. Mentre nel periodo estivo è possibile salire e trovare sempre aperto ed un piatto caldo, mentre nel periodo autunno/inverno/primavera è necessario telefonare per verificare l’apertura. La camerata per dormire è unica, con tredici posti letto divisi tra sette su tavolato unico, e sei su letti a castello. Ci sono materassi, coperte e cuscini. Il rifugio non dispone di acqua corrente e non ci sono sorgenti nei paraggi. Per il bagno e la cucina viene utilizzata l’acqua piovana e la corrente elettrica è fornita da un impianto a pannelli fotovoltaici.
Come ben capite un luogo pieno di “magia” e al tempo stesso affascinante.
Dopo esserci conosciuti e ripresi dalla camminata, il tempo era migliorato e la nebbia se ne era andato, lasciandoci qualche nube sparsa e un vento autunnale con una temperatura di 7°. Ricordandomi improvvisamente del motivo per il quale ero venuto fin lassù, presi la mia attrezzatura e feci un sopralluogo intorno al Rifugio cercando la posizione e l’inquadratura migliore, che potesse in qualche modo valorizzare lo scenario che avevo di fronte.
Intorno al rifugio sono presenti numerose pietre che ho utilizzato in primo piano per esaltare l’inospitalità del luogo e la bellezza circostante. Questo è lo scatto in verticale che è presente del Calendario 2013 di Meridiani Montagne, poco prima del tramonto verso le ore 18.00.
Molto soddisfatto, tornai in Rifugio in compagnia di Riccardo, mentre Eleonora ci aveva preparato una cena a base di pastasciutta ed affettati del luogo, che ci siamo letteralmente divorati. Calata la notte, forse non ci aspettavamo di assistere una spettacolo simile, infatti siamo rimasti colpiti io e il mio amico, come potete vedere dalle foto dalla potenza della luce lunare. Tutto intorno a noi sembrava fosse giorno. Un particolare da ricordare, a dir poco inquietante ma al tempo stesso affascinante, è che mentre stavamo scattando queste foto che vedete, si sentivano sopra di noi i bramiti dei Cervi maschi, dovuti al loro periodo degli amori!!
Dopo questa bellissima esperienza, che difficilmente dimenticherò, siamo tornati in Rifugio e ci siamo messi a dormire nel nostro sacco a pelo per poterci svegliare prestissimo ed assistere all’alba, sperando ci regalasse un’ulteriore emozione. E così è stato.
Sabato 10 ottobre 2012
Ed ecco Eleonora, alle prime luci dell’alba che ammira il suo e il nostro, Rifugio del Cuore.
Voglio ringraziare di cuore Eleonora, per l’ospitalità e la rara gentilezza che la contraddistinguono. E’ grazie a lei che siamo potuti tornare a casa con un bellissimo ricordo di questa esperienza, che come ogni viaggio breve o luogo che sia, ti arricchisce dentro. Consiglio a tutti una volta di poter passare una notte in rifugio, un’esperienza da fare assolutamente e da condividere.
http://www.rifugiovincenzosebastiani.it
Alla prossima!