Non è un caso che il titolo di questo articolo riprenda la canzone “Fabbricando case” di Rino Gaetano. Era il lontano 1978, ma come in altri suoi capolavori emerge uno dei temi, quello dell’alienazione industriale e della corruzione della classe politica italiana a lui molto a cuore e che a distanza di decenni dalla sua morte sono rimasti immutati, attuali, densi di significati sociali e culturali.
Questa che vi propongo è un’indagine fotografica partita qualche anno fa, anche grazie anche all’attività dell’associazione SottoRadice di cui faccio parte, che investe gran parte del territorio della provincia di Macerata e ha come tema centrale l’abbandono di ville, locali commerciali, ex fabbriche, casolari ecc.. che giacciono in uno stato a dir poco deplorevole e di degrado, contribuendo a creare un enorme danno ambientale, nel silenzio più assoluto dei privati e delle istituzioni pubbliche, che dovrebbero in verità farsi carico in prima linea di queste problematiche. Certo la crisi economica non aiuta o incentiva i soggetti privati o pubblici a rendere agibili a fini sociali dei luoghi che rimangono da ormai troppo tempo inutili e al tempo stesso dannosi per la collettività. Si è visto che in questi ultimi anni le possibilità di intervento e di riqualifica sarebbero infinite e la prova ne sono gli esempi sia in Italia che all’estero apprezzati dalla stragrande maggioranza dai cittadini. La riqualifica passa attraverso dei progetti a lungo termine, a basso impatto ambientale e con un basso costo iniziale, che potrebbero attraverso alcune realtà locali attive di tipo associativo e non solo, scardinare e mettere in discussione gli scemi edilizi fatti decenni fa e renderli fruibili a favore della collettività, organizzandoci attività di tipo culturale come ad esempio concerti, mostre permanenti, musei, luoghi di incontro di arte e cultura, insomma dar vita a luoghi abbandonati.
Le foto si commentano da solo e danno un panoramica abbastanza inquietante di quello che 50 anni fa poteva avere forse un senso e che ora in un contesto storico del tutto diverso, vengono lasciati sia da parte dei privati e del pubblico a marcire o seppelliti dall’erba e dagli alberi che giustamente si riappropriano della terra che gli è stata sottratta. Ma visto che il danno, nella maggior parte dei casi è ormai appurato, bisogna nutrire una speranza in un futuro non troppo lontano, nel quale questi luoghi abbandonati e alla maggior parte sconosciuti, attraverso un intervento mirato di giovani architetti e non solo, si ribalti quello che è lo stato di abbandono e lo si trasformi in qualcosa di propositivo per la collettività. Un esempio concreto di riqualifica è il Nuovo Mercato Coperto di Matelica, nel quale è stato creato un luogo che è diventato una vetrina delle tradizioni enogastronomiche e culturali del territorio. Sicuramente è un’idea in se leggermente utopica e forse irrealizzabile nell’immediato vista anche la situazione economica e sociale in cui ci troviamo, ma peggio di così penso non si possa fare.
Se avete in mente qualche altro luogo lasciato in un stato simile o qualche proposta di riqualifica, fatemelo sapere lasciando un commento!
Trovate la galleria completa dell’album “Fabbricando case” nella sezione Portfolio, al seguente link: https://www.gentilimarco.com/wordpress/fabbricando-case-2