Per delle coincidenze strane ed inquietanti della Storia abbiamo deciso insieme agli amici Ruben e Gianluca e mia cugina Michela di fare un piccolo cammino di due giorni, passando attraverso le trasformazioni politiche, sociali ed economiche che ha subito negli ultimi anni la nostra amata Provincia di Macerata.
Elenco solo alcuni dei numerosi motivi e dei pensieri che forse ci hanno spinto a intraprendere questo cammino di 60 km al limite delle nostre forze fisiche: il primo (e speriamo l’ultimo) governo italiano guidato dalla prima donna con il simbolo della Repubblica di Salò e il ricordo sempre vivo dell’83esimo anno dalla Liberazione dal nazismo e dal fascismo in Italia; la guerra alle porte dell’Europa tra due nazismi quello della Fortezza Europea-NATO e il regime autoriatorio nazista di Putin; l’aumento indiscrimnato della vendita di armi e di morte fino al 2% del PIL, fino alla Vittoria! (di chi? per la Partria? che cosa vuol dire Patria? che vuol dire Vittoria in guerra? e per cosa?); la morte di centinaia di migliaia di persone nel cimitero del Mar Mediterraneo, nell’indifferenza generale di tutti, il degrado e il disagio della società dei consumi e del capitalismo italiano, l’appiattimento della crtitica e del conflitto di idee e delle ideologie personali e collettive contrapposte alla narrativa del Pensiero Unico Domaninte nell’era digitale ecc…
Anche questo credo sia antifascismo, opporsi con tutte le forze possibili ai nuovi fascismi contemporanei.
L’eccidio di Montalto di Cessapalombo – 22 marzo 1944
Nei primi giorni di marzo 1944, nelle colline maceratesi, durante i mesi dell’occupazione nazifascista seguiti alla dichiarazione di armistizio dell’8 settembre 1943 un folto gruppo di ragazzi, per la maggior parte originari di Tolentino, decisero di non rispondere al bando di chiamata alle armi della Repubblica Sociale Italiana e partire per la montagna per costituire una formazione partigiana.
L’eccidio di Montalto è stata una strage fascista compiuta dal 1º Battaglione M Camicie Nere “IX Settembre” il 22 marzo 1944 nell’omonima frazione del comune di Cessapalombo, in provincia di Macerata, dove vennero fucilati 31 partigiani.
«Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero.
Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale».
Pier Paolo Pasolini – Scritti Corsari